mercoledì 11 aprile 2012

La Crotone che non puoi smentire


Scripta manent verba volant: la scrittura resta indelebile nel tempo, le parole volano via e si disperdono nell’aria… così se qualcuno “sente dire” che la città è sporca, incivile o stolta trattasi certamente di “voci di corridoio” provenienti da malelingue nemiche, ma se sono le scritture, e non quelle di tipo fantascientifico, a testimoniare tutto ciò?! Se chi scrive non vuol certo dispensare offese gratuite ma semplicemente riportare quello che i suoi occhi hanno visto e che le sue orecchie hanno sentito…?! Purtroppo i nei sono sempre i primi a saltare all’occhio e spesso caratterizzano talmente un individuo da mettere in secondo piano il resto della bellezza del suo corpo. Questo articolo nasce dall’esigenza di intervenire tempestivamente per eliminare i suddetti “nei” prima che diventino tumori incurabili, sempre con la speranza che i dottori, chiamati ad operare, apprendano la gravità della situazione e lavorino silenziosamente al raggiungimento degli esiti che tutti i cittadini attendono da troppo tempo ed offrendo ai turisti soltanto tutte le bellezze del luogo che si aspettano di trovare.
 
 
Nel testo che vado a citare, pubblicato nel 2011 su un libro che rimembra i viaggi di Annibale, edito dalla Feltrinelli, non trovo parole per cui offendermi ma per cui vergognarmi:
 
 
Avrei voluto aspettare le stelle a Capo Colonna, presso Crotone, sulle rovine del tempio di Era Lacinia, là dove Egli incise le sue gesta su una stele in bronzo che Polibio avrebbe fatto in tempo a leggere prima della distruzione. Avrei voluto, ma non è stato possibile, perché a Capo Colonna non ci sono le stelle. C’è troppa luce. Una funebre processione di lampioni simili a capestri ha sconciato il promontorio più bello del Mediterraneo, in mezzo a pomposi manifesti che glorificano la Provincia che ha ucciso la notte. Il mito richiede penombra, e qui nulla più dice del gran fuoco lacinio che dava la rotta ai naviganti tra le coste illiriche, il tacco d’Italia e il cratere fiammeggiante dell’Etna. Oggi troppe cose devo ignorare per carpire quella magia: la devastazione edilizia di Crotone, i bottini stracolmi di immondizia, i bimbi protervi che ostentano impennate in motocicletta, le radio a tutto volume, il parcheggio nuovo già a pezzi, la strada che porta a un ristorante anziché al tempio… E poi quel’irrigazione a pioggia col sole alto mentre i giornali locali incalzano pianti greci sulla grande sete del Sud. Ma la cosa più umiliante è scoprire che il Capo è superiore a tutto questo: se ne sta con la sua solitaria colonna, appoggiato ai faraglioni, come un corpo celeste indifferente alla stoltezza degli umani. Fermo come un’astronave, sotto l’ultimo cielo italiano di Annibale.
 
 
Apro il dizionario mitologico, lo esploro con la torcia, cerco di Crotone e scopro con un brivido che Capo Lacinio -  o Capo Colonna che dir si voglia - è il punto terminale del viaggio di Ercole prima dell’imbarco per la Sicilia.
 
 
Povero Ionio. Era il re dei mari, oggi è un lago di terza classe, più dimenticato persino dell’Adriatico della grande Venezia. Roma di oggi guarda solo al Tirreno. E tu, Crotone, come ti sei perduta, dopo che Pitagora cercò in te le leggi dell’Universo… Crotone, dove gli uomini giusti partivano per l’aldilà con in bocca istruzioni su foglie d’oro, e dove Evemero da Messina spiegò che gli dei erano solo uomini che avevano lasciato memoria immortale di sé.
 
 
Di seguito riporto invece il diario di bordo, pubblicato sul web, di un simpatico viaggiatore a bordo di un “risciò” (una particolare bici-taxi) transitato a Crotone nel Maggio 2010:
 
 
Ho chiesto qui alla gente dove fosse l'ufficio di informazione turistica, ma chi mi mandava a destra, chi a sinistra, e chi dritto. Ad un certo punto ero entrato nella via pedonale, che nelle classiche città postmoderne è la via dei negozi e al contempo la via che conduce verso il nucleo del centro storico, ove, di solito, si trova l'ufficio di informazioni per i turisti.
Ma i vigili che ho incontrato sulla via pedonale mi hanno indirizzato indietro, verso una di quelle grandi vie moderne, credo fosse via Vittorio Veneto. Insomma, ho girato senza meta per la città nuova, ma non c'era nessun info-point.
La mia impressione di Crotone, al momento di lasciarla: sicuramente un patrimonio storico invidiabile, urbanisticamente ha del potenziale, il fatto che ci siano gli api-taxi è già un'attrazione turistica per se, i risciò qui potrebbero avere una loro fetta di mercato dei trasporti, come qualche Crotonese mi ha fatto notare oggi. Ma il traffico va regolato meglio, oggi mi è parso troppo caotico! E la città si deve preparare ad accogliere visitatori non solo ad agosto, ma anche nei restanti 11 mesi dell'anno!
 
 
Da un altro blog di viaggiatori riporto questo commento su Capo Colonna del 2008 (ma potrebbe essere stato scritto benissimo oggi) :
 
 
Avevo sentito parlare parecchie volte di questo Capo Colonna, una località vicino a Crotone in cui è stato istituito un Parco archeologico. E purtroppo mi è venuta voglia di vederlo…Si tratta di un sito archeologico che dovrebbe avere una grande importanza, cosa che non traspare assolutamente dallo stato di degrado in cui versa. Il nuovo museo, inaugurato la scorsa estate, sembra un’astronave atterrata lì per caso e la sua visita lascia più di una perplessità. Vagare per quest’area archeologica è un’esperienza davvero triste: sterpi e vegetazione spontanea dominano la scena. Rifiuti di ogni genere e i resti di alcune ville abbandonate e in rovina, uniti al fatto che gran parte degli scavi è recintata e senza spiegazioni, rendono questo che dovrebbe essere un punto di interesse un luogo la cui visita è del tutto inutile. La famosa colonna che da il nome al promontorio se ne sta lì, isolata e senza senso, a sorvegliare una landa desolata che qualcuno chiama parco.