domenica 27 dicembre 2015

Giovani senza rispetto

Ragazzi mentre consumano cannabis e imbrattano le strutture
L’associazione Nuova Hera, affidataria del Parco degli Oleandri in Via Venezia a Crotone vuole riportare pubblicamente l’inciviltà che ha preso piede in questa bella area di verde situata a due passi dal mare ed a tre dal centro…

Partiti entusiasti nel gestire un pezzettino di città, ci troviamo oggi amareggiati nonché adirati nel dover constatare che i ragazzi, primi fruitori dell’area a cui abbiamo voluto dare spazio organizzando da subito iniziative a loro dedicate, mancano di rispetto verso il luogo in cui loro stessi vivono ancor di più verso le persone che in modo del tutto volontario si adoperano per rendere il parco quanto più decoroso possibile.

Bottiglie di birra lasciate in giro, pacchi di sigarette e di cartine vuoti gettati a terra, buste e sacchetti della colazione buttati nelle aiuole, piante rotte, le solite deiezioni canine non raccolte, i soliti muri vandalizzati con le bombolette da “pseudoartisti”, corrimano scarabocchiati col pennarello, di tutto e di più… Altra cattiva abitudine è quello di scavalcare la recinzione per bivaccare anche nelle ore notturne, quando il parco è chiuso, il tutto per farsi qualche “cannetta” lontani da sguardi indiscreti di genitori e parenti…cosa che avviene puntualmente anche nelle ore mattutine e pomeridiane.

Oggi, stanchi di questa situazione fatta presente anche dagli abitanti del quartiere, vogliamo invitare i suddetti giovani a cambiare atteggiamento altrimenti, come previsto dalle leggi in vigore, procederemo senza indugi ad esporre relative denunce alle forze dell’ordine. Una prima denuncia è stata già effettuata per segnalare attitudini sospette (presunto spaccio di droga) ed il consumo di stupefacenti da parte di diversi ragazzi all’interno del parco. La prossima denuncia scatterà per i “writers” abusivi di cui finalmente possediamo nomi e cognomi nonché foto che li ritraggono nella loro inciviltà. Noi le regole le rispettiamo, ora tocca a voi.


Buone Feste.

sabato 21 febbraio 2015

Thòlos o pietre vecchie?!

Sulla scia della recente protesta da parte di un folto gruppo di cittadini crotonesi in merito alla cementificazione di un’area del sito archeologico di Capocolonna vogliamo presentarvi quello che ci sembra essere un nuovo caso di abbandono di un pezzo di storia. Grazie alla segnalazione di un concittadino appassionato di ‘’Hellenikòn’’ (quella che erroneamente chiamiamo Magna Grecia) scopriamo che proprio sulla strada percorsa per arrivare al Museo Archeologico di Capocolonna, a pochi passi dall’ingresso, esiste una piccola costruzione rurale a pianta circolare. Nascosta dalle mura di cinta di una bella villetta (una delle 35 edificate abusivamente nell’area archeologica) la costruzione è stata etichettata frettolosamente come ‘’fornace romana o torre’’ pur non essendo mai stata indagata ufficialmente…(clicca qui per vedere le foto)

Le caratteristiche della suddetta costruzione, che potrebbero effettivamente giustificare l’appellativo di fornace o torre, a noi (in primis al nostro informatore) fanno pensare a qualcosa di più prezioso: un Thòlos! Risalente ad epoca pre-ellenica il Thòlos era utilizzato come tomba ovvero monumento funerario costituito da un vano circolare, spesso interrato, la cui parte alta veniva realizzata con pietre concentriche che le davano la caratteristica forma di cupola (da qui il nome thòlos=cupola). Quello più conosciuto al mondo è il ‘’Tesoro di Atreo’’ detto anche ‘’Tomba di Agamennone’’ edificato a Micene nel XV secolo a.C. e rinvenuto interamente con gli scavi di Schliemann, grazie al quale venne archiviata l’errata tesi che si trattasse di un’enorme forno…!
  
Semmai il nostro thòlos nascondesse una simile ricchezza storica sarebbe un crimine lasciarlo nello stato di abbandono in cui versa da anni: non esiste cartellonistica che ne indichi la presenza, è mimetizzato da erbe e piante d’ogni genere, da un lato è divenuto muro di confine grazie ad un cancello in ferro piazzato senza ritegno, dall’altro due contatori dell’Enel lo rendono un’opera di street art del secondo millennio...

Forse meglio che si tratti di un cumulo di pietre vecchie?!