domenica 26 agosto 2012

Vola vola si va...


L’aeroporto di Crotone, dopo la soppressione dei treni e la mai realizzata 106 S.S., è l’unica infrastruttura di collegamento con la civiltà che, nonostante gli ottimi risultati raggiunti nell’ultimo anno, rischia seriamente di chiudere in un prossimo futuro.
Quando tutti i promontori della provincia di Crotone, in particolar modo quelli prossimi allo scalo aeroportuale, saranno conquistati dai grandi parchi eolici, forse qualcuno si alzerà e si porrà il problema di che rotta dovranno seguire gli aerei per atterrare.
 

Si proprio i parchi, riteniamo, determineranno la chiusura dell’aeroporto; ma non i parchi da noi tutti conosciuti dove insistono specie albore autoctone e alloctone, come quelle presenti a Villa Margherita (S. Anna), bensì i parchi fatti da torri eoliche alte oltre 80 metri che non creano economia (se non per le società proprietarie) ma che al contrario rischiano di compromettere per sempre lo sviluppo turistico tanto agognato e desiderato.

Infatti, al più grande parco eolico d’Europa si è aggiunto di recente il parco Eolico di Cutro mentre è in fase di realizzazione quello di Crotone che vedrà dodici torri sopra il promontorio di Poggio Pudano e S. Giorgio.
In terra di Calabria, grazie all’incompetenza, alla superficialità alle volte anche complicità, degli amministratori, è in atto la colonizzazione del terzo millennio fatta di parchi eolici, centrali biomasse, parchi fotovoltaici.

Fonti alternative di energia necessarie per uno sviluppo sostenibile e per l’abbandono dei combustibili fossili ma che non possono essere concentrate in piccoli fazzoletti di terra quale è la provincia di Crotone e la Calabria intera.

Le pubbliche denunce delle associazioni ambientaliste e dei comitati territoriali presentate nel corso degli anni sono state ignorate e poco importa se il caso eolico in Calabria è stato oggetto di un’inchiesta giornalistica andata in onda sulle reti nazionali; poco importa se quell’inchiesta ha sollevato forti dubbi sull’iter amministrativo che ha portato la regione Calabria a rilasciare le autorizzazioni nel corso di questi anni.

Purtroppo, la società civile organizzata può solo denunciare gli illeciti che quotidianamente si consumano sul territorio ovvero cercare di attirare l’attenzione degli amministratori sulle innumerevoli storture del sistema.

Fondamentale è la tempestività con cui l’Autorità Giudiziaria riesce a perseguire gli abusi e la capacità della Politica di prevenire la devastazione del paesaggio e dell’ambiente, unico vero e concreto volano per il rilancio dell’economia turistica, agricola e culturale calabrese.

Ci duole constatare che la maggior parte dei nostri rappresentanti istituzionali, a tutti i livelli, ha preferito e preferisce “fare come gli struzzi”. Atteggiamento, questo, tanto vile e irresponsabile quanto quello posto in essere da altri amministratori che dalla devastazione e dal saccheggio del territorio ne hanno tratto e ne traggono profitto, infischiandosene del drammatico presente che vivono i cittadini e dell’ignoto futuro che attende i nostri figli.

A queste sanguisuga poco importa! Tanto, con la facile ricchezza accumulata, sono già pronti a vivere un futuro lontano dalla loro tanto amata e denigrata città Pitagorica.
Al contrario, chi ha deciso di restare in terra di Calabria ha il dovere morale di mettere al servizio della collettività le proprie competenze e la propria professionalità.

Oggi più che mai occorre uscire dalle proprie case per interessarsi del bene comune; difendere il proprio territorio dagli speculatori energetici e dai baroni dell’immondizia è diventata una questione di sopravvivenza.

 
Christian Greco
Giuseppe Trocino

martedì 21 agosto 2012

Archeologia, Cultura, Turismo...cosa sono?!

Speriamo che almeno voi, fedeli lettori del nostro blog, conosciate il significato delle parole utilizzate nel titolo dell’articolo, perché a quanto pare in città, soprattutto nei palazzi più abbienti, non tutti ne hanno mai saputo granché! A dire il vero tutti sono in grado di pronunciarle ma poi se chiedi più approfonditamente comincia il fuggi fuggi… Ma lasciamo stare, non pensiamoci, sono futilità, perché mai ci si dovrebbe prodigare per 4 pietre vecchie che spuntano dal terreno deturpando il selvaggio giardino di fresche frasche che la natura vuol donarci?! Perché mai ci si dovrebbe impegnare a ripristinare uno spazio che sa di vecchiume?! Perché mai ci si dovrebbe applicare per far venire la gente da altre città al fine di mostrargli 4 pietre vecchie?! Come siete antichi…!! Oramai il tempo della Magna Grecia è passato, guardiamo avanti, cosa c’importa più della dea Hera, di Pitagora e di Milone, oggi ci sono cose più importanti…oggi c’è u Cutròn!!! Ca sabatu comincia u campionatu!! N’amu far l’abbonamentu, ca stann u president ni porta in serie A..!!

Purtroppo questa è la triste realtà dei fatti e non possiamo veramente farci nulla, più che denunciare, segnalare, scrivere, fotografare, discutere, manifestare… tutto resterà esattamente così com’è… ed è purtroppo in questi momenti che mi sorge il dubbio della discendenza della razza crotonese: se è vero che la città fu fondata 700 anni prima di Cristo dalla civiltà greca, è anche vero che 600 anni dopo la venuta del Signore la città fu occupata dai Barbari…quindi tutto torna: il crotonese medio discende dai Barbari! Sono pochi quelli che possono vantare una discendenza achea. Nonostante aver capito finalmente il perché del funzionamento delle cose a Crotone, non possiamo concludere l’articolo senza dirvi che nella foto questa volta non sono immortalati rifiuti in mezzo al verde (come purtroppo avviene di solito) ma è il verde che si è appropriato dei resti di quello che si pensa sia stato il secondo santuario dedicato al culto di Hera dopo quello noto di Capo Colonna. Chiunque può accedere e portare via con se un "souvenir" dell'antica grecia dal momento che non è presente alcuna segnalazione ed alcuna sorveglianza che facci pensare alla presenza di resti archeologici del VII secolo a.C.

A questo indirizzo potrete reperire molte informazioni sull'area di cui stiamo trattando: http://www.archeocalabria.beniculturali.it/archeovirtualtour/calabriaweb/crotone6_2.htm
Un’ennesima area, potenziale fonte di ricchezza per la città, resa invisibile dai gestori del territorio che continuano imperterriti a distruggerlo senza pietà  arrestando la nostra speranza per uno sviluppo culturale nonché economico che non arriverà mai grazie a loro. Panem et circenses dicevano gli antichi romani: “pane e giochi del circo” per il consenso del popolo o meglio per lo “stordimento del popolo” per distrarli dai giochetti politici (come per esempio le recenti finte dimissioni del nostro sindaco) ed ipnotizzarli davanti ad un pallone di calcio…