lunedì 15 novembre 2010

Fermate il Bus!

“Scusi passa di qui il 12?” – “No guardi, il 12 sono in vacanza da mio cugino…!!” diceva lo stolto interlocutore in una vecchia barzelletta… Oggi la stessa scenetta potrebbe ripetersi dal vivo a Crotone ad una delle tante fermate dei mezzi pubblici urbani… non per la stoltezza dei cittadini ma per la difficoltà di individuare chiaramente una fermata! La nostra inchiesta ci porta questa volta ai bordi delle strade dove troviamo coloro che, per mancanza di un mezzo proprio, necessitano di spostarsi all’interno della città col mezzo pubblico: signore anziane, studenti, turisti, pensionati, casalinghe e tante altre persone viaggiano ogni giorno sugli autobus che in continuazione fino a sera (ore 21.00 circa) vanno sotto e sopra da Piazza Pitagora a Contrada Farina, da Corso Mazzini a S.Francesco. Senza addentrarci nello specifico, quindi senza andare a conoscere il costo del biglietto, senza sapere se gli utenti ne sono muniti oppure no, senza informarci se tutte le zone sono adeguatamente fornite oppure no, senza domandarci quale sia l’azienda che gestisce il servizio e senza chiedere quale siano le condizioni stabilite con il Comune di Crotone, vogliamo limitarci a mostrare, con il supporto di una fotocamera, lo stato in cui “vivono” le fermate: la prima caratteristica balzata ai nostri occhi in un paio di queste, e che poi è stato lo spunto dell’inchiesta, è stata la presenza di cassonetti d’immondizia sistemati proprio nello spazio che dovrebbe essere riservato alla fermata del bus! In realtà questo spazio non è delimitato da alcuna linea segnaletica, né per il bus né per i cassonetti, pertanto l’unico modo per individuare la fermata è il segnale verticale che sarà sicuramente utile all’identificazione dello spazio ma non potrà aiutare in alcun modo l’autobus a fermarsi senza intralciare il traffico! Questa è da considerarsi la seconda caratteristica delle fermate in città, infatti non ve n’è una sola che abbia il suo spazio segnalato regolarmente dalla linea gialla, soltanto in due o tre sono state rinvenute tracce di colore chiaro molto probabilmente adoperato da antiche civiltà…!! In ogni caso se lo spazio per la fermata del bus non è già occupato dai cassonetti è utilizzato dagli automobilisti “distratti” che non vedono giustamente le linee di delimitazione, ma non alzano nemmeno gli occhi dove almeno il segnale è presente! Per fortuna quello non manca mai (salvo atti di vandalismo che presenziano sempre in queste occasioni) piccolo o grande c’è in tutti i punti adibiti al servizio, anche se adibiti è un termine che non so se mi permetterete dopo aver visto le foto allegate… comunque il segnale c’è, mancano spesso gli orari e il numero dei mezzi che transitano da quella fermata. In alcuni punti però il numero e relativo orario di transito li abbiamo trovati anche se erano scritti in piccolo e ad altezza giraffa! Su tutto il lungomare, invece, fino alla zona dei lidi balneari la fermata è indicata da un cartello-targa non troppo grande che è stato affisso ai pali dell’illuminazione… in alcuni tratti dove i pali non sono presenti, a farne le spese è stata la parete di un palazzo o di un muro di cinta. Infine abbiamo trovato, per lavori in corso d’opera (da anni), fermate senza un marciapiede o qualcosa di simile per salvaguardarsi dalle auto o dagli stessi bus! Come sempre lasciamo dire il resto alle immagini, informandovi che tra tutte le foto allegate ne inseriamo anche una scattata in una città del nord alla prima fermata che ci è venuta sotto gli occhi... a Voi l’ardua sentenza.

Christian Greco

lunedì 25 ottobre 2010

I giardini di Bacco

In un sabato di Ottobre inoltrato, sulla scia di un’estate che volge al termine, la voglia di prendere un po’ d’aria e restare ancora all’aperto a contatto col verde è tanta, così, prima che l’autunno ci rinchiuda tra le quattro mura di casa decidiamo di fare una bella passeggiata in uno dei tanti parchi che Crotone possiede. Trovandoci nei pressi della chiesa di San Domenico, percorriamo corso Mazzini in direzione centro e scendiamo appena due scalini sulla destra, eccoci arrivati a Parco dei Glicini, dove troviamo il cancello chiuso… ma tre sbarre divelte ci permettono di entrare, solo successivamente ci accorgeremo che la seconda entrata che affaccia sul parcheggio con le strisce blu era spalancato! In ogni caso riusciamo ad iniziare la nostra camminata, non quella che ci saremmo aspettati… ma almeno abbiamo potuto ammirare più da vicino la lunga e caratteristica mostra, accuratamente allestita, di siringhe usate. Sotto il muro che fiancheggia la strada di Corso Mazzini troviamo un bel po’ di cartoni schiacciati e sistemati come tappeti pronti ad accogliere i clienti del “centro benessere”… sotto, sopra, a destra, a sinistra e in ogni dove ci sono “gli spadini della felicità” ovvero le chiavi d’ingresso all’inferno! Dopo aver immortalato il tutto, tentiamo di percorrere il sentiero tracciato da alcune mattonelle ma la presenza di verde abbondante, forse troppo, ci porta fuori strada e per poco non incespichiamo nel vetro delle bottiglie rotte ed in altri rifiuti disseminati con grazia. Da registrare le tracce lasciate dai soliti writers crotonesi che anche qui hanno imbrattato di vernice ogni oggetto indifeso, come il cesto dei rifiuti o la pista in cemento che troviamo all’ingresso del giardino. Con la tristezza nel cuore, lasciamo Parco dei Glicini e fiancheggiando l’istituto Santa Croce in direzione lungomare, giungiamo nei pressi dell’ex cral Montedison dove ci attende un altro piccolo parco il cui nome resta ignoto… purtroppo la tabella di marmo, che avrà sicuramente dato fastidio a qualcuno, è stata barbaramente distrutta, ne danno il triste annuncio i 4 bulloni che la tenevano ferma al cancello d’ingresso che ovviamente è serrato con catenaccio e lucchetto. Oltre alla tabella, a non avere più la sua originale forma è il verde, che cresce a dismisura in ogni angolo di giardino delimitato, anche qui, da muri ricoperti di vernice multicolore: quella delle crew che vedendo grandi pareti di un luogo abbandonato e grigio, non hanno perso tempo a ravvivarlo un pochino. Qualcun altro, ha pensato bene, spinto dalla curiosità di vedere cosa nascondesse, di sradicare la cassettina dell’impianto elettrico verificando poi all’interno che del tesoro dei pirati non c’era traccia… Nel parco sono ancora presenti alcuni giochi per bambini, oramai arrugginiti dal tempo, e salendo alcuni scalini troviamo un piazzale rettangolare, forse una pista da pattinaggio, anche questo in uno stato di invecchiamento. Questa volta abbiamo immortalato le varie “bellezze” dall’esterno, in quanto essendo l’unico varco sul bordo di un muro per metà caduto e per metà pericolante, abbiamo preferito trattenerci da avventure alla “Indiana Jones”. La nostra passeggiata alla ricerca del verde si conclude nei “Giardini di Pitagora” di cui non daremo alcuna descrizione, ci penseranno le nostre istantanee a trasmettervi le giuste sensazioni… e se qualcuno è già pronto a dirci che stanno provvedendo al ripristino, rispondiamo che ad un turista in transito non apparirà di certo la struttura bellissima che sarà domani… ma quella abbandonata e degradata di oggi. Il nostro gruppo di giovani, che costituirà un’associazione, è pronto ad occuparsi seriamente della salute del nostro verde pubblico, perché uno dei punti fondamentali per la rinascita della città è proprio l’ambiente, tutti gli spazi di verde devono essere “vissuti” e non abbandonati a se stessi.


Christian Greco

martedì 19 ottobre 2010

Premio “Bad Writers 2010”...

E’ da un po’ di tempo che i miei occhi cadono sulle pareti degli edifici crotonesi, semplici edifici privati ma anche edifici pubblici, e poi sui segnali stradali, sulle insegne pubblicitarie alle quali si aggiungono cabine telefoniche, cassonetti della spazzatura… addirittura la vetrina di una attività commerciale! Non sono certo di aver suscitato in voi abbastanza curiosità da chiedermi cosa attiri il mio sguardo… per farlo ho ancora in serbo un infinito elenco di posti “taggati” o “graffitati” dalle 6-7 “crew” esistenti in città. Non avete ancora capito? Ebbene parlo delle migliaia e migliaia di scritte incomprensibili, scarabocchi, geroglifici e quant’altro di non ben identificato che riveste ogni natura morta scambiata (forse) per un foglio di carta, una tela, un block notes… non sappiamo con esattezza quello che gli artisti crotonesi in questione vedono nel momento della loro massima espressione! Sicuramente lo scenario che si presenta ai nostri occhi è quello, tanto per fare un paragone, di un pentagramma con un’accozzaglia di note messe a caso… un’infinità di sigle alfabetiche d’ogni colore e d’ogni forma che andiamo ad elencarvi in rigoroso ordine alfabetico: CROS - FYLTRO - GRINC - HERO - KBT - KISE - KRIS - KUC - LIMO - LOB - PARIDE - PRISE - REMS - RIOS - ROME - SAM -  SCK - SLAM - SNK - SPENK - SPIE - STC - TCK - TEM - TESO - TEST - TRO – TRESI - WEST - WOUR… Ognuna di queste scritte, chiamate in gergo “tag”, prende vita dalla mano di uno dei tanti “writers” ovvero l’artista che le confeziona, ogni writer esprime il suo estro nei suoi “pezzi” ovvero le proprie opere che solitamente predilige creare su grandi pareti cementificate come le mura di cinta delle montagne argillose che portano sul lungomare nei pressi del cimitero di Crotone. I gruppi di artisti formano le “crew” che a vicenda si sfidano a colpi di bomboletta all’ultimo schizzo… il campo di battaglia però, oltre ad essere quello delle semplici mura di cinta, allarga i suoi confini e si espande fino al centro cittadino, tanti sono gli edifici che sono stati firmati senza ritegno alcuno, sono oramai pochi gli edifici posti sulle vie principali ad essere rimasti illesi da questa forma di “arte urbana”. Le “opere” sono attualmente esposte e libere di essere ammirate su alcune saracinesche in Corso Messina, su segnali stradali in Via Gioacchino da Fiore, sui pannelli separatori nel piazzale dello stadio Ezio Scida, sulle vetrine dell’ex Moda Italia, sulle belle e da poco rinnovate pareti marmoree del palazzo comunale, e poi non solo al piano terra ma anche a piani più alti come si può notare dalle foto che accompagnano l’articolo. Purtroppo non sarà cosa facile, ma è essenziale comunicare ai nostri piccoli artisti, la maggior parte sfiora appena la maggiore età (qualcun altro invece ha il doppio degli anni..), che ogni spazio deve essere utilizzato in base alla sua funzione e che anche i writers, in quanto cittadini, sono tenuti a rispettare i beni altrui e quindi a salvaguardare il proprio territorio, la propria città, da atti di vandalismo, perché al di fuori degli spazi dedicati devono, purtroppo per loro, essere definiti tali. In verità devo anche far presente che ci sono già alcuni spazi legalizzati alle attività delle crew che si sono sbizzarrite con disegni veramente degni di lode, e anche di questi ne mostriamo alcune foto, perché comunque vogliamo dimostrare che sarebbe stupendo vedere la città abbellita con alcune di queste creazioni artistiche, ma bisogna farlo rispettando le regole e soprattutto le altre persone che non gradiscono vedere il proprio edificio o la propria attività commerciale imbrattati da vernice colorata. Il messaggio che vogliamo lanciare con questo articolo ma che lanceremo anche con altri, è che l’illegalità non è un gesto di cui vantarsi ma è un’atto da denunciare! Cari writers, chiedete dunque che vi siano assegnati più spazi, lottate per questo che è un vostro diritto, ma poi una volta ottenuto, dovete anche perseguire i doveri richiesti e non invadere gli spazi altrui. Noi, nel frattempo che il messaggio arrivi a destinazione,  assegniamo un premio, ovviamente negativo, a chi ha taggato più edifici… la scelta è stata ardua ma infine siamo arrivati all’unanime conclusione di eleggere “Bad Writers 2010” la crew di KBT! Onnipresente!

Di seguito inseriamo l’articolo di codice penale che regola il deturpamento di cose altrui e quindi quello che rischiano i nostri writers:

Articolo 639 del codice penale:
“Deturpamento ed imbrattamento di cosa altrui”
Chi deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui di interesse storico o artistico ovunque siano ubicate o immobili compresi nel perimetro del centro storico (ipotesi aggiunta dall’art. 13, comma 2, legge 8 ottobre 1997, n. 352) è punito con la pena della multa da euro 258 a euro 2.582 o la pena della permanenza domiciliare da 6 giorni a 30 giorni ovvero la pena del lavoro di pubblica utilità per un periodo da 10 giorni a 3 mesi (ai sensi dell’art. 52, comma 2, lett. a, d. lgs. 28 agosto 2000, n. 274; anteriormente era prevista la reclusione sino a un anno o la multa sino a 1.032 euro). Si procede d’ufficio.


Christian Greco