domenica 4 dicembre 2011

Niente è più certo del cambiamento

Esistono in tutto il mondo, ma in particolare in Italia, specie in Calabria, soprattutto a Crotone, determinate cose, usi, costumi, ideologie che ad un certo momento divengono obsoleti e l’unico spazio che dovrebbero occupare è quello di una vecchia cantina, appesi ad un chiodo arrugginito o conservati sul fondo di un polveroso cassetto, perché prima o poi arriva il capolinea per tutto, è inutile portare avanti un qualcosa che appartiene al passato soprattutto se si è rivelato poco costruttivo, inutile o inconcludente. Restare legati ai tempi che furono è il modo peggiore di affrontare il futuro, dal passato bisogna soltanto attingere alle cose utili ed individuare gli errori da non ripetere dopodiché tocca tirar fuori nuove idee, nuovi stimoli, nuovi orizzonti da raggiungere, nuove strade da percorrere, se la nostra nazione non si pone un nuovo modello di sviluppo, faticherà ancora per chissà quanto tempo prima di tornare ad essere un grande paese... ma senza uscire dai confini locali e pensando alla nostra piccola e meravigliosa Crotone dobbiamo, noi figli di Pitagora, eliminare al più presto tutte quelle cattive abitudini che ci trasciniamo dietro da troppo tempo, solo allora potremo far rivivere l’antica civiltà di cui tanto ci vantiamo di esserne gli eredi. Questa lettera prende vita subito dopo aver visto un muro in Piazza De Gasperi, da poco tempo riassestata dopo che i soliti vandali l’avevano distrutta, imbrattato con una scritta: ”ULTRAS LIBERI KR – NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO”. Il gesto è quello di chi da spazio all’istinto mettendo da parte la ragione, praticamente come fanno gli animali, distruggendo le poche ambizioni degli altri crotonesi di vedere una città diversa da quella che è oggi. Che la scritta nasca da una situazione di disagio sociale è indiscutibile ma se ognuno si sentisse “libero”, come dicono loro, di mostrare il disagio in questo modo, i nostri poveri muri sarebbero tutti neri (ahimè in gran parte già lo sono)! Perché imbrattare una parete pubblica anziché prendere carta e penna come abbiamo fatto noi? Perché, pur avendo quel messaggio un significato importante, creare un danno alla propria città? Perché, se davvero si crede in quello che si è scritto, ci si nasconde vigliaccamente dietro un muro senza metterci la propria faccia? In realtà gli autori di questo pseudo-murales “non sanno quello che fanno”, e continueranno a non saperlo se rimangono aggrappati ad un modo di fare arcaico e grottesco, l’incivile rimane tale perchè resta fuori dalla civiltà e quindi lontano da chi potrebbe ascoltarlo ed appoggiarlo nel suo intento. Stesso discorso vale per coloro che ancora disegnano falci, martelli, svastiche, stelle, croci celtiche e quant’altro che a nostro avviso non fa emergere idee e pensieri differenti ma al contrario evidenziano un unico gruppo di individui accomunati dalla nostalgia verso finti rivoluzionari e violenti trascinatori di folle. La vera rivoluzione è il cambiamento… a Crotone, invece, molti sono rimasti a “tre dischi mille lire” soprattutto ora che la musica è digitale e da 10 anni la barattiamo con l’euro…

Christian Greco


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