Eh si, erano proprio queste le
parole citate da Toto Cutugno nel pezzo cantato a Sanremo nel lontano 1995: “la
rugiada che mi bagna, zappare la terra e fare legna” quando le nostre campagne
erano un’isola felice per staccarsi dallo smog e dal caos provocato dalle
rumorose abitudini cittadine. Ancora oggi abbiamo modo di trovare un po’ di
pace per le nostre orecchie ma non è lo stesso per i nostri occhi o per il
nostro naso… la nostra campagna (quella crotonese) è si caratterizzata dalla
pace ma più che una dolce quiete ci sembra un “silenzio assassino”…tra cumuli
di vecchi televisori, pneumatici consumati e lastre di eternit sparse ovunque
il passo dalla genuinità alla nocività del vivere in campagna è brevissimo! Ci chiediamo
perché le periferie e le campagne del nostro territorio sono divenute e
continuano ad essere utilizzate come discariche abusive?! Quale soluzione ha la
nostra pubblica amministrazione comunale per risolvere e soprattutto prevenire
questo grave ma sottovalutato problema? Nelle nostre passeggiate civiche
abbiamo visto grosse discariche in pieno centro, quelle in campagna non
dovrebbero colpirci più di tanto ed invece continuiamo a denunciare questo vile
reato che continua ad essere (almeno per noi) disastro ambientale nonché
violenza alla salute pubblica! Non possono essere considerati “normali” i
cumuli di rifiuti al ciglio delle strade di campagna, accettare una nefandezza
simile significa rassegnarsi apaticamente alla distruzione del territorio e
quindi alla continua precarietà della nostra salute, della nostra vita. Noi non
lo accettiamo, chiediamo (a breve sarà fatto ufficialmente) a chi “gestisce” il
territorio di mobilitarsi seriamente e celermente alla risoluzione del problema
più volte dibattuto. I rifiuti di un vecchio mobile che si vedono in foto sono freschi di giornata, la nostra verbale denuncia vi potrà sembrare cosa già sentita eppure i rifiuti che quotidianamente scoviamo sono sempre nuovi!
lunedì 29 ottobre 2012
domenica 26 agosto 2012
Vola vola si va...
L’aeroporto di Crotone, dopo la
soppressione dei treni e la mai realizzata 106 S.S., è l’unica infrastruttura di
collegamento con la civiltà che, nonostante gli ottimi risultati raggiunti
nell’ultimo anno, rischia seriamente di chiudere in un prossimo futuro.
Quando tutti i promontori della
provincia di Crotone, in particolar modo quelli prossimi allo scalo
aeroportuale, saranno conquistati dai grandi parchi eolici, forse qualcuno si
alzerà e si porrà il problema di che rotta dovranno seguire gli aerei per
atterrare.
Si proprio i parchi, riteniamo,
determineranno la chiusura dell’aeroporto; ma non i parchi da noi tutti
conosciuti dove insistono specie albore autoctone e alloctone, come quelle
presenti a Villa Margherita (S. Anna), bensì i parchi fatti da torri eoliche
alte oltre 80 metri che non creano economia (se non per le società
proprietarie) ma che al contrario rischiano di compromettere per sempre lo
sviluppo turistico tanto agognato e desiderato.
Infatti, al più grande parco
eolico d’Europa si è aggiunto di recente il parco Eolico di Cutro mentre è in
fase di realizzazione quello di Crotone che vedrà dodici torri sopra il
promontorio di Poggio Pudano e S. Giorgio.
In terra di Calabria, grazie
all’incompetenza, alla superficialità alle volte anche complicità, degli
amministratori, è in atto la colonizzazione del terzo millennio fatta di parchi
eolici, centrali biomasse, parchi fotovoltaici.
Fonti alternative di energia
necessarie per uno sviluppo sostenibile e per l’abbandono dei combustibili fossili
ma che non possono essere concentrate in piccoli fazzoletti di terra quale è la
provincia di Crotone e la Calabria intera.
Le pubbliche denunce delle
associazioni ambientaliste e dei comitati territoriali presentate nel corso
degli anni sono state ignorate e poco importa se il caso eolico in Calabria è
stato oggetto di un’inchiesta giornalistica andata in onda sulle reti nazionali;
poco importa se quell’inchiesta ha sollevato forti dubbi sull’iter
amministrativo che ha portato la regione Calabria a rilasciare le autorizzazioni
nel corso di questi anni.
Purtroppo, la società civile
organizzata può solo denunciare gli illeciti che quotidianamente si consumano
sul territorio ovvero cercare di attirare l’attenzione degli amministratori
sulle innumerevoli storture del sistema.
Fondamentale è la tempestività
con cui l’Autorità Giudiziaria riesce a perseguire gli abusi e la capacità
della Politica di prevenire la devastazione del paesaggio e dell’ambiente,
unico vero e concreto volano per il rilancio dell’economia turistica, agricola
e culturale calabrese.
Ci duole constatare che la
maggior parte dei nostri rappresentanti istituzionali, a tutti i livelli, ha
preferito e preferisce “fare come gli struzzi”. Atteggiamento, questo, tanto
vile e irresponsabile quanto quello posto in essere da altri amministratori che
dalla devastazione e dal saccheggio del territorio ne hanno tratto e ne
traggono profitto, infischiandosene del drammatico presente che vivono i
cittadini e dell’ignoto futuro che attende i nostri figli.
A queste sanguisuga poco importa!
Tanto, con la facile ricchezza accumulata, sono già pronti a vivere un futuro
lontano dalla loro tanto amata e denigrata città Pitagorica.
Al contrario, chi ha deciso di
restare in terra di Calabria ha il dovere morale di mettere al servizio della
collettività le proprie competenze e la propria professionalità.
Oggi più che mai occorre uscire
dalle proprie case per interessarsi del bene comune; difendere il proprio
territorio dagli speculatori energetici e dai baroni dell’immondizia è
diventata una questione di sopravvivenza.
Christian Greco
Giuseppe Trocino
martedì 21 agosto 2012
Archeologia, Cultura, Turismo...cosa sono?!
Speriamo
che almeno voi, fedeli lettori del nostro blog, conosciate il significato delle
parole utilizzate nel titolo dell’articolo, perché a quanto pare in città,
soprattutto nei palazzi più abbienti, non tutti ne hanno mai saputo granché! A
dire il vero tutti sono in grado di pronunciarle ma poi se chiedi più
approfonditamente comincia il fuggi fuggi… Ma lasciamo stare, non pensiamoci,
sono futilità, perché mai ci si dovrebbe prodigare per 4 pietre vecchie che spuntano
dal terreno deturpando il selvaggio giardino di fresche frasche che la natura vuol
donarci?! Perché mai ci si dovrebbe impegnare a ripristinare uno spazio che sa
di vecchiume?! Perché mai ci si dovrebbe applicare per far venire la gente da
altre città al fine di mostrargli 4 pietre vecchie?! Come siete antichi…!!
Oramai il tempo della Magna Grecia è passato, guardiamo avanti, cosa c’importa
più della dea Hera, di Pitagora e di Milone, oggi ci sono cose più
importanti…oggi c’è u Cutròn!!! Ca sabatu comincia u campionatu!! N’amu far
l’abbonamentu, ca stann u president ni porta in serie A..!!
Purtroppo
questa è la triste realtà dei fatti e non possiamo veramente farci nulla, più
che denunciare, segnalare, scrivere, fotografare, discutere, manifestare… tutto
resterà esattamente così com’è… ed è purtroppo in questi momenti che mi sorge
il dubbio della discendenza della razza crotonese: se è vero che la città fu
fondata 700 anni prima di Cristo dalla civiltà greca, è anche vero che 600 anni
dopo la venuta del Signore la città fu occupata dai Barbari…quindi tutto torna:
il crotonese medio discende dai Barbari! Sono pochi quelli che possono vantare
una discendenza achea. Nonostante aver capito finalmente il perché del
funzionamento delle cose a Crotone, non possiamo concludere l’articolo senza
dirvi che nella foto questa volta non sono immortalati rifiuti in mezzo al
verde (come purtroppo avviene di solito) ma è il verde che si è appropriato dei
resti di quello che si pensa sia stato il secondo santuario dedicato al culto
di Hera dopo quello noto di Capo Colonna. Chiunque può accedere e portare via con se un "souvenir" dell'antica grecia dal momento che non è presente alcuna segnalazione ed alcuna sorveglianza che facci pensare alla presenza di resti archeologici del VII secolo a.C.
A questo indirizzo potrete reperire molte informazioni sull'area di cui stiamo trattando: http://www.archeocalabria.beniculturali.it/archeovirtualtour/calabriaweb/crotone6_2.htm
Un’ennesima area, potenziale fonte di ricchezza per la città, resa invisibile dai gestori del territorio che continuano imperterriti a distruggerlo senza pietà arrestando la nostra speranza per uno sviluppo culturale nonché economico che non arriverà mai grazie a loro. Panem et circenses dicevano gli antichi romani: “pane e giochi del circo” per il consenso del popolo o meglio per lo “stordimento del popolo” per distrarli dai giochetti politici (come per esempio le recenti finte dimissioni del nostro sindaco) ed ipnotizzarli davanti ad un pallone di calcio…
A questo indirizzo potrete reperire molte informazioni sull'area di cui stiamo trattando: http://www.archeocalabria.beniculturali.it/archeovirtualtour/calabriaweb/crotone6_2.htm
Un’ennesima area, potenziale fonte di ricchezza per la città, resa invisibile dai gestori del territorio che continuano imperterriti a distruggerlo senza pietà arrestando la nostra speranza per uno sviluppo culturale nonché economico che non arriverà mai grazie a loro. Panem et circenses dicevano gli antichi romani: “pane e giochi del circo” per il consenso del popolo o meglio per lo “stordimento del popolo” per distrarli dai giochetti politici (come per esempio le recenti finte dimissioni del nostro sindaco) ed ipnotizzarli davanti ad un pallone di calcio…
domenica 10 giugno 2012
Il Cassonetto paga il parcheggio..?!

venerdì 25 maggio 2012
Pulizie di primavera al profumo d'amianto
Come
si evince dal cartello in foto l’ente Provincia di Crotone sta effettuando
alcuni lavori sulle rive del fiume Passovecchio: interventi integrati per il
ripristino dell’officiosità idraulica del fiume… ovvero rifanno le rive del
fiume per migliorare il defluire delle acque in prossimità della foce.
Effettuando un sopralluogo al fine di osservare l’andamento dei lavori ci siamo
accorti, con finto stupore, che le “nostre care” lastre di eternit, immortalate
per la prima volta il 15 dicembre 2011, erano adagiate ancora li, su una delle
due rive… non esattamente dove le avevamo congedate ma a qualche metro di
distanza e, vigendo il detto “si stava meglio quando si stava peggio”, abbiamo dovuto
tristemente appurare che alcune di esse, proprio a causa dello spostamento, si
sono spaccate in più pezzi provocando, come ormai noto a tutti, il rilascio delle
micidiali fibre d’amianto (come se quelle delle fabbriche non ci fossero
bastate)! L’associazione Nuova Hera, a nome dei cittadini che tengono alla
proprio salute, chiede nuovamente - repetita iuvant - un intervento immediato
affinché quelle lastre vengano rimosse al più presto ed ovviamente con le
modalità appropriate. Sono passati più di 5 mesi da quando queste lastre sono
state rinvenute e segnalate, per nostra grande fortuna le piene invernali del
fiume non le hanno trascinate nel mare ma ora non spingiamocele con le ruspe…in
questi casi dove è in gioco la nostra salute consigliamo, a chi ne ha i poteri,
di venir fuori dal labirinto delle responsabilità sballottate e di prendere
celeri provvedimenti! Grazie.
P.S. Non Vi venga in mente di occultarle con qualche fantasioso escamotage...!!!
mercoledì 11 aprile 2012
La Crotone che non puoi smentire

Scripta manent verba volant: la scrittura resta indelebile nel tempo, le parole volano via e si disperdono nell’aria… così se qualcuno “sente dire” che la città è sporca, incivile o stolta trattasi certamente di “voci di corridoio” provenienti da malelingue nemiche, ma se sono le scritture, e non quelle di tipo fantascientifico, a testimoniare tutto ciò?! Se chi scrive non vuol certo dispensare offese gratuite ma semplicemente riportare quello che i suoi occhi hanno visto e che le sue orecchie hanno sentito…?! Purtroppo i nei sono sempre i primi a saltare all’occhio e spesso caratterizzano talmente un individuo da mettere in secondo piano il resto della bellezza del suo corpo. Questo articolo nasce dall’esigenza di intervenire tempestivamente per eliminare i suddetti “nei” prima che diventino tumori incurabili, sempre con la speranza che i dottori, chiamati ad operare, apprendano la gravità della situazione e lavorino silenziosamente al raggiungimento degli esiti che tutti i cittadini attendono da troppo tempo ed offrendo ai turisti soltanto tutte le bellezze del luogo che si aspettano di trovare.
Nel testo che vado a citare, pubblicato nel 2011 su un libro che rimembra i viaggi di Annibale, edito dalla Feltrinelli, non trovo parole per cui offendermi ma per cui vergognarmi:
Avrei voluto aspettare le stelle a Capo Colonna, presso Crotone, sulle rovine del tempio di Era Lacinia, là dove Egli incise le sue gesta su una stele in bronzo che Polibio avrebbe fatto in tempo a leggere prima della distruzione. Avrei voluto, ma non è stato possibile, perché a Capo Colonna non ci sono le stelle. C’è troppa luce. Una funebre processione di lampioni simili a capestri ha sconciato il promontorio più bello del Mediterraneo, in mezzo a pomposi manifesti che glorificano la Provincia che ha ucciso la notte. Il mito richiede penombra, e qui nulla più dice del gran fuoco lacinio che dava la rotta ai naviganti tra le coste illiriche, il tacco d’Italia e il cratere fiammeggiante dell’Etna. Oggi troppe cose devo ignorare per carpire quella magia: la devastazione edilizia di Crotone, i bottini stracolmi di immondizia, i bimbi protervi che ostentano impennate in motocicletta, le radio a tutto volume, il parcheggio nuovo già a pezzi, la strada che porta a un ristorante anziché al tempio… E poi quel’irrigazione a pioggia col sole alto mentre i giornali locali incalzano pianti greci sulla grande sete del Sud. Ma la cosa più umiliante è scoprire che il Capo è superiore a tutto questo: se ne sta con la sua solitaria colonna, appoggiato ai faraglioni, come un corpo celeste indifferente alla stoltezza degli umani. Fermo come un’astronave, sotto l’ultimo cielo italiano di Annibale.
Apro il dizionario mitologico, lo esploro con la torcia, cerco di Crotone e scopro con un brivido che Capo Lacinio - o Capo Colonna che dir si voglia - è il punto terminale del viaggio di Ercole prima dell’imbarco per la Sicilia.
Povero Ionio. Era il re dei mari, oggi è un lago di terza classe, più dimenticato persino dell’Adriatico della grande Venezia. Roma di oggi guarda solo al Tirreno. E tu, Crotone, come ti sei perduta, dopo che Pitagora cercò in te le leggi dell’Universo… Crotone, dove gli uomini giusti partivano per l’aldilà con in bocca istruzioni su foglie d’oro, e dove Evemero da Messina spiegò che gli dei erano solo uomini che avevano lasciato memoria immortale di sé.
Di seguito riporto invece il diario di bordo, pubblicato sul web, di un simpatico viaggiatore a bordo di un “risciò” (una particolare bici-taxi) transitato a Crotone nel Maggio 2010:
Ho chiesto qui alla gente dove fosse l'ufficio di informazione turistica, ma chi mi mandava a destra, chi a sinistra, e chi dritto. Ad un certo punto ero entrato nella via pedonale, che nelle classiche città postmoderne è la via dei negozi e al contempo la via che conduce verso il nucleo del centro storico, ove, di solito, si trova l'ufficio di informazioni per i turisti.
Ma i vigili che ho incontrato sulla via pedonale mi hanno indirizzato indietro, verso una di quelle grandi vie moderne, credo fosse via Vittorio Veneto. Insomma, ho girato senza meta per la città nuova, ma non c'era nessun info-point.
Ma i vigili che ho incontrato sulla via pedonale mi hanno indirizzato indietro, verso una di quelle grandi vie moderne, credo fosse via Vittorio Veneto. Insomma, ho girato senza meta per la città nuova, ma non c'era nessun info-point.
La mia impressione di Crotone, al momento di lasciarla: sicuramente un patrimonio storico invidiabile, urbanisticamente ha del potenziale, il fatto che ci siano gli api-taxi è già un'attrazione turistica per se, i risciò qui potrebbero avere una loro fetta di mercato dei trasporti, come qualche Crotonese mi ha fatto notare oggi. Ma il traffico va regolato meglio, oggi mi è parso troppo caotico! E la città si deve preparare ad accogliere visitatori non solo ad agosto, ma anche nei restanti 11 mesi dell'anno!
Da un altro blog di viaggiatori riporto questo commento su Capo Colonna del 2008 (ma potrebbe essere stato scritto benissimo oggi) :
Avevo sentito parlare parecchie volte di questo Capo Colonna, una località vicino a Crotone in cui è stato istituito un Parco archeologico. E purtroppo mi è venuta voglia di vederlo…Si tratta di un sito archeologico che dovrebbe avere una grande importanza, cosa che non traspare assolutamente dallo stato di degrado in cui versa. Il nuovo museo, inaugurato la scorsa estate, sembra un’astronave atterrata lì per caso e la sua visita lascia più di una perplessità. Vagare per quest’area archeologica è un’esperienza davvero triste: sterpi e vegetazione spontanea dominano la scena. Rifiuti di ogni genere e i resti di alcune ville abbandonate e in rovina, uniti al fatto che gran parte degli scavi è recintata e senza spiegazioni, rendono questo che dovrebbe essere un punto di interesse un luogo la cui visita è del tutto inutile. La famosa colonna che da il nome al promontorio se ne sta lì, isolata e senza senso, a sorvegliare una landa desolata che qualcuno chiama parco.
giovedì 15 marzo 2012
Quanto tempo occorre..?!

pertanto ci chiediamo: perchè dopo circa 90 giorni le Istituzioni non sono ancora intervenute? Attendiamo indignatamente risposte.
Grazie.
martedì 28 febbraio 2012
Piazza dell'Abbandono

martedì 31 gennaio 2012
Centocinquanta metri dalla civiltà

venerdì 6 gennaio 2012
La vecchia lavatrice la rottama il commerciante
Lo sapevate che quando si acquista un elettrodomestico nuovo nel prezzo che paghiamo è già incluso lo smaltimento del vecchio? Il commerciante è obbligato a smaltirlo senza chiedere un solo centesimo in più! Lo impone il Decreto Ministeriale n.65 del 8 marzo 2010: "I distributori assicurano, al momento di una fornitura di una nuova apparecchiatura elettrica, il ritiro gratuito, in ragione di uno contro uno dell'apparecchiatura usata. Proprio per questo nel prezzo del nuovo elettrodomestico è incluso il costo per lo smaltimento del vecchio apparecchio" In caso contrario ci si può rivolgere ai Carabinieri che, non si occuperanno certo del ritiro dell’elettrodomestico… ma provvederanno ad effettuare una sanzione al commerciante che varia dai 150 ai 400 Euro. Nel caso in cui, invece, dovete smaltire l’elettrodomestico vecchio, senza acquistarne uno nuovo, potrete usufruire dell’isola ecologica presente all’ingresso nord di Crotone, nei pressi del Piazzale della Pace (la rotonda coi delfini) dove consegnerete negli orari stabiliti il vostro vecchio elettrodomestico e dove troverete risposta ad ogni vostro dubbio in merito. Finalmente i cittadini crotonesi non avranno più scuse per abbandonare il vecchio televisore al fianco del primo cassonetto! Ecco l’elenco dei rifiuti in questione detti “RAEE”:
1. Grandi elettrodomestici
2. Piccoli elettrodomestici
3. Apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni
4. Apparecchiature di consumo
5. Apparecchiature di illuminazione
6. Strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali)
7. Giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero
8. Dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati e infettati)
9. Strumenti di monitoraggio e di controllo
l0. Distributori automatici.
Nel dettaglio si parla di: frigoriferi, congelatori, lavatrici, televisori, asciugatrici, lavastoviglie, stufe elettriche, forni a microonde, ventilatori elettrici, aspirapolvere, ferri da stiro, tostapane, frullatori, orologi, computer, stampanti, fax, telefoni, radio, videocamere, registratori, hi-fi, strumenti musicali, trapani, seghe, macchine per cucire, giocattoli, videogiochi…e tanti altri.
Christian Greco
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